martedì 25 novembre 2014

Interessa?

Per un pescatore è semplice. O è a galla, o è sul fondo. Be', a volte è anche a mezz'acqua, che certo non è sul fondo, e spesso chiamiamo "pescare a galla" anche quello.

Ma nel resto del tempo, quando non è a pesca, anche un pescatore è solo uno qualunque, che fa di tutto per restare a galla, o per arrivarci; nella peggiore delle ipotesi per non andare a fondo.

Tanti, tutti i pescatori, almeno una volta hanno pensato "se potessi lavorare nella pesca sportiva, se invece di andare in ufficio/fabbrica/scuola/negozio potessi guadagnarmi da vivere con la mia passione". La mia passione. Come sarebbe bello. Bellissimo vero? Tutto facile, tutto uno svegliarsi al mattino sicuri di aver realizzato il sogno da cui vi siete appena svegliati, con una voglia di fare che levati.

Siete sicuri?

Bene, io sono un pescatore, e da dieci anni lavoro nel mondo della pesca sportiva, in modi diversi, per cercare - e riuscirci- nel guadagnarmi da vivere con "la mia passione".

Non parlo di fare il tester, il promoter, il testimonial che per un certo (spesso modico) quantitativo di esche-canne-fili-cappellini porta il brand (il brand!) alla visibilità delle riviste (sempre meno e sempre meno influenti) e dei social network (ecco! quelli sì). Parlo di lavoro, quello che poi ti danno dei soldi a fine mese, o quando gli presenti una fattura.

Per dieci anni ho fatto quello. Nelle riviste, per le aziende, scrivendo, organizzando team, sviluppando o collaborando a sviluppare materiale da pesca. Ecco, quello.

Interessa?

4 commenti:

  1. Ciao Sabino, sempre un piacere leggerti ;)

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  2. Certo che interessa!!! Credo che sia il sogno di ognuno di noi. Ammetto che molte volte ci ho pensato, mi piacerebbe moltissimo lavorare per la mia passione. Ma non riesco ad immaginare cosa significhi il lavorare per un'azienda. Se davvero possa essere definito lavoro, e per lavoro intendo, ciò che ti permette di arrivare a fine mese. Ricordo un'intervista di un garista al colpo molto conosciuto nell'ambiente, Ferruccio Gabba. In questa intervista Ferruccio sottolineava che di "Pesca non si vive" Beh conoscere come è davvero la realtà credo che possa interessare parecchi di noi. Un saluto Sabino.

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    1. Marco, capisco che sia un sogno. Era anche il mio. E lo è stato per parecchio, anche mentre ci lavoravo, nel mondo della pesca. Se si è fortunati si riesce a mantenere la passione. Se invece le cose girano male, come in qualunque altro ambiente di lavoro, sei solo un ingranaggio, come in fabbrica o all'ufficio del catasto. E se Gabbino ti ha detto quello, puoi credergli.

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